Tra tutti i monumenti che negli ultimi anni sono stati restituiti alla città di Arezzo la Fortezza è sicuramente quello che gli aretini hanno atteso di più.
La Fortezza conserva tra le sue mura la memoria personale di ogni abitante di Arezzo.
Di tutte le età.
Ricordi delle partite di tamburello, di passeggiate e relax all’ ombra degli alberi come fosse un posto lontano dalla città, ricordi dei primi raggi di sole distesi nel prato, baci appartati, esplorazioni audaci tra la fessure delle mura antiche. E ancora: le feste dell’Unità, i concerti, l’edizione di Arezzo Wave fatta proprio in Fortezza, i gruppi musicali di Arezzo a fare le prove nelle due “casine della musica”tutti i pomeriggi e tutte le sere, i “chiodi” a scuola tutte le mattine. Ricordi più dolorosi, gli edifici del lato est utilizzati come rifugio dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
Per questo l’attesa è stata grande e un fiume di gente ha raggiunto la collina più alta della città per varcare quel portone chiuso da ormai tanti anni.
Riappropriarsi della Fortezza significa, in un certo senso, sciogliere definitivamente quel sentimento contrastato di amore/odio che nutrono gli aretini nei confronti del monumento che domina la città: il colle su cui sorge la Fortezza, infatti, è il luogo della storia di Arezzo dalle origini ai giorni nostri,ma è anche il simbolo, ancora presente, della dominazione fiorentina.
É un monumento che risveglia un sentimento di sano orgoglio campanilistico infatti i fiorentini costruirono quella Fortezza non per difendere la città ma per difendersi da essa sebbene la sua costruzione, quasi cinque secoli fa, abbia cancellato ogni traccia dell’Arezzo alto medievale e di buona parte della città medievale.